Parlare di bisessualità non è cosa semplice.
Dentro questa parola si mescolano situazioni diversissime, tendenze varie e pregiudizi che arrivano da diverse parti.
La moderna società tende a polarizzare tutto. Si è di destra o di sinistra, bianchi o neri. Si creano delle contrapposizioni, a volte anche forti, del tutto irreali. Basti pensare al dibattito politico degli ultimi anni. I nostri politici costruiscono contrasti e ……..
bipolarismi falsi per giustificare le loro nefandezze con l’intento del “divide et impera”.
È così che i diritti dei gay secondo questi signori andrebbero a negare quelli degli etero, che la libertà di pensiero sarebbe contraria alla libertà di essere cattolici e altre fanfaluche di tal fatta. Questi argomenti però trovano terreno fertile nella società La visione bipolare è radicata nell’uomo e forse anche utile per dare ordine a ciò che percepiamo e pensiamo. Quando però le categorie opposte diventano troppo generali e false allora si giunge alla stupidità.
Tra le varie categorie opposte (solo nella mente umana) ci sono quella di “omosessuale” ed “eterosessuale”. La realtà è però assai restia ad adattarsi ai parametri umani e così capita spesso che persone cosiddette gay abbiano rapporti o si innamorino di una persona dell’altro sesso o che viceversa sia un etero ad innamorarsi di una persona del suo stesso sesso.
Inoltre ci sono tutte quelle persone, come il sottoscritto, che rifiutano di definirsi come gay o etero e che vorrebbero essere liberi di avere storie e avventure con donne e uomini perché sono attratte da donne e uomini. Ma il “bisessuale” dà fastidio alla nostra visione bipolare. Per il nostro limitato pensiero servono due categorie contrapposte in cui mettere tutti. Una terza categoria rompe gli schemi. Come direbbe Aristotele: Tertium non datur.
Inoltre le stesse persone che subiscono le definizioni e vengono discriminate tendono a fare propria l’identità attribuita e farne un punto di orgoglio. Non c’è nulla di male in ciò, ma una delle conseguenze è che chi non si adatta alla definizione identitaria diviene oggetto di critica e scherno. I bisex quindi subiscono attacchi sia dagli omofobi che dai gay. Per gli omofobi, persone di scarsissima intelligenza, la questione è semplice: se scopi con uno del tuo stesso sesso sei frocio (o lesbica). Punto. Non stanno a sindacare sul fatto che alla persona in questione piaccia anche il sesso opposto.
Più complesse sono le ragioni per cui i gay criticano i bisex. La più frequente è una sorta di analisi psicologica, di freudianesino mal digerito. I bisex sarebbero delle persone deboli che non hanno il coraggio di accettare la propria omosessualità. La bisessualità non sarebbe, secondo loro, una cosa vera, ma solo una scappatoia per salvare capra e cavoli. I più politicizzati giungono anche ad accusare i bisessuali di danneggiare la causa dei diritti e dell’accettazione dei gay perché con la loro codardia questi frenerebbero le campagne e sarebbero d’aiuto agli omofobi.
Non nego che esistano gay che non accettandosi, a causa dell’educazione omofoba o della paura, si costruiscono una maschera da etero, magari sposandosi, per poi avere avventure omosessuali. In questi casi capita che la bisessualità sia solo un modo per fare pace con se stessi, per dare una giustificazione alla dicotomia che si viene a creare tra i sentimenti reali e l’identità fittizia di copertura.
Non si può però pensare che tutti gli uomini fidanzati o sposati (o le donne) che hanno rapporti omosessuali rientrino in questa casistica! Anzi, per esperienza mi sento di dire che sono una minoranza. Inoltre prima di condannarli bisognerebbe cercare di capire la quantità di sofferenza che sta dietro un simile comportamento. Nella maggior parte dei casi, comunque, si ha una bisessualità vera, reale, che spinge a cercare l’avventura omosessuale (o eterosessuale per chi ha una storia gay/lesbo) occasionale.
E qui arriviamo al discorso principale riguardo alle discriminazioni. Il problema principale per un bisessuale è che deve scegliere. Per come è impostata la nostra cultura, il bisessuale deve decidere ad un certo punto “da che parte stare”. Deve decidere cioè se vivere una vita da eterosessuale nascondendo la sua parte gay o se vivere da gay rinunciando al suo lato etero. Su questo bisognerebbe ragionare e cercare di cambiare la cultura sociale. Ma come?
Forse basterebbe smettere di pensare che l’orientamento sessuale sia una caratteristica determinante l’identità della persona. Siamo davvero così animali e piccini da definire le persone in base all’uso dell’apparato genitale? Io credo ci siano cose più importanti. Quando conosco una nuova persona valuto quanto approfondire la conoscenza in base alla sua cultura, alle sue idee, alla simpatia, all’onestà. Mi interessa davvero poco con chi va a letto, a meno che quel qualcuno non sia io!
È necessario affermare con forza la libertà delle persone di vivere secondo la propria identità vera e non secondo fittizi parametri culturali. Bisogna affermare una volta per tutte che amore e passione si svolgono tra persone e non tra uomo e donna o uomo e uomo o donna e donna! Ce la faremo a diventare esseri davvero civili ed evoluti?
Articolo tratto da ilgrandecolibri
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